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La Bellezza di un atto volontario

Un atto volontario è qualcosa che segue la volontà, qualcosa fatto spontaneamente, perché è suggerito dalla nostra natura interiore. Un atto d’amore che riempie il cuore, che fa brillare gli occhi, che ci sostiene, che ci aiuta e ci riempie la vita di colore. Beh, io credo che non ci sia nulla di più bello e spontaneo che Amare e farlo attraverso il sorriso è la massima espressione, che avvicina le persone.

Ridere era la cosa che più mi piaceva fin da piccola, parlavo poco, osservavo molto, quando vedevo qualcuno della mia famiglia che era giù di morale andavo lì vicino e semplicemente: sorridevo. Ero buffa e spontanea da piccola, anche un po’ sbadata. Da grande sono rimasta sempre buffa, spontanea e sbadata, forse mi sono giudicata anche molto per questo. Ho sempre desiderato poter fare qualcosa di utile per chi è meno fortunato di me, ma non sapevo bene cosa avrei potuto fare; finché, un giorno, una mia cara amica mi ha parlato di un’associazione di volontari clowndottori e cantastorie, che va in ospedale ed in casa famiglia a far sorridere i bambini con patologie gravi.

Così ho voluto incontrare chi il gruppo de La Banda Faclò l’ha creato anni fa. È stato amore a prima vista; mi sono sentita al posto giusto, ho fatto il corso per diventare volontaria, durato mesi perché davvero ben strutturato tra teoria, pratica e tanta osservazione iniziale. Il dono più grande che abbia potuto ricevere sono i sorrisi e gli occhioni dei bambini che ho incontrato, ricordi felici che porto nel cuore. Lo sguardo di Maria, gioioso e pieno di voglia di vivere, che rideva continuamente al solo spegnere ed accendersi dei mie pollici luminosi; l’euforia di Gennaro, il mago professionista e di Riccardo, il piccolissimo costruttore di trenini che da grande vuole fare il capotreno, la dolcezza di Emiliano…e di tutti gli altri che abbiamo incontrato.

Mi piace prendermi poco sul serio, mi piace ridere di me stessa, “spogliarmi” dei giudizi, essere sbadata, buffa. Ho imparato a farlo di più e con più leggerezza da quando ho conosciuto questo bellissimo gruppo e mi piace farlo davanti ai bambini, forse perché mi sento un po’ come loro. Farlo con chi è malato, è più complesso, perché non sempre dall’altra parte si ha la voglia di mettersi in gioco e interagire..dipende dai giorni, dai momenti. Ma tu entri, ci provi e accetti tutto ciò che viene, sapendo che comunque avrai fatto qualcosa di buono. Gli interventi in ospedale sono sempre in gruppo, si è sempre in due ad entrare in reparto, questo dà tanta forza ed energia, insegnandoti a fidarti del compagno. Allora dai il meglio di te, ti lasci andare, riesci ad essere ancora più naturale ed esce fuori una creatività inaspettata, sollecitata dalla collaborazione con l’altro. Come avrete capito fare il volontario è un percorso personale, che ti cambia, in meglio, ma che soprattutto cambia le giornate di chi ha delle serie difficoltà, di chi ricorda quella risata come un evento felice; perché in fondo: “Un sorriso è una curva che raddrizza tutto.”  (Phyllis Diller) 

Questo articolo è dedicato a tutti i miei compagni di viaggio e a chi ne entrerà a far parte in futuro.

Con Affetto,

Giraffa.

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