COSA FACCIAMO

Attraverso l’utilizzo delle tecniche di clownerie in ambito sanitario ed ospedaliero i volontari
de La Banda Faclò contribuiscono a cambiare l’umore di pazienti, familiari ed
accompagnatori.

Coinvolgendo i presenti in stanza e spesso anche il personale sanitario, trasformano con
la loro creatività il loro stato d’animo alleviandone gli stati d’ansia e la sofferenza e,
secondo quanto emerso dagli studi di psiconeuroendocrinoimmunologia, migliorandone le
funzionalità del sistema immunitario.

Gli strumenti che utilizzano sono le loro doti di empatia ed ascolto, l’umorismo, la
prestidigitazione e micromagia, la musica, la comicità, le marionette, le fiabe e
l’improvvisazione teatrale.

A seconda del contesto possono far ridere (comicoterapia passiva) o essere di stimolo per
i propri interlocutori creando situazioni comiche e coinvolgenti (comicoterapia attiva).
Il clowndottore tende a trasformare la realtà del paziente e dei suoi familiari (reparto,
camera, letto etc) in un ambiente magico in cui prevalgono la gioia, la sicurezza ed il
dialogo.

Inoltre, attraverso giochi magie e favole cerca con fantasia ed immaginazione di far
dimenticare la quotidianità delle cure ai presenti.

L’attività dei volontari della Banda Faclò si svolge prevalentemente nei reparti Mita 1, Mita
2 e Nefrologia dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e presso la Casa di Kim Onlus, ma
anche in case-famiglia, orfanotrofi e case di riposo.

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LUDOTERAPIA

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La Ludoterapia è un metodo che coniuga diversi strumenti della psicoterapia individuale e di gruppo con il gioco.

Attraverso infatti attività ludiche si stimola il così detto “potenziale umano”,  ovvero dimensioni quali la capacità di espressione, la libertà, la volontà, la creatività e la socialità. E ciò aiuta la persona a migliorare la propria relazione con sé e con gli altri.

Attraverso il gioco infatti:

  • si facilita il contatto con la parte più spontanea e creativa di se  stessi
  • ci si allena a prendersi meno sul serio
  • si responsabilizza fortemente chi vi prende parte
  • si genera un senso di allegria che favorisce l’istaurarsi nel gruppo di un clima affettivo – emotivo che porta le persone a sentirsi più vicine, maggiormente inclini a dare fiducia all’altro e più predisposte ad avvertire la partecipazione ed il sostegno del gruppo rispetto alle proprie difficoltà
  • ci si avvicina cautamente al mondo dell’altro, percepito come diverso da sé, iniziando lentamente a scoprirsi, a percepirsi meno alieni ed a scoprire la similitudine con l’altro, pur riuscendo a coglierne, senza più timori, l’unicità.

Nel gioco infantile ci sono tre fasi in base all’età: nella prima fase la fisicità del gioco è predominante, nella seconda il bambino utilizza oggetti che acquistano un significato simbolico e nella terza il gioco diviene teatro.

I volontari della Banda Faclò propongono giochi tematici che riprendono quanto sopra riportato, nelle case famiglia che seguono regolarmente così come nei laboratori creativi. Basta infatti provare il “cast” di un film che i bambini si mettono subito in gioco per poter avere la “parte”, oppure con i semplici giochi a squadre si eliminano differenze etniche e si è tutti “uguali” ed infine con un po’ di accortezza ogni gioco può essere adattato per superare possibili barriere per i diversamente abili ed avere un senso di piena allegria perché tutti si sentono “inclusi”.

E quando si riesce a coinvolgere anche i genitori, sono i bambini stessi a sentire la magia nell’aria … Sperimentato di volta in volta con successo … ci pongono la domanda “Ma quando tornate?”

FIABATERAPIA

Inventare una fiaba dà espressione simbolica a tutto il nostro panorama interiore: nella fiaba è raffigurato per immagini il nostro stato d’animo, il nostro stato fisico e la rete delle nostre relazioni.

La fiaba genera un beneficio emozionale grazie al distacco rispetto alla situazione di ricovero, divenendo, lo strumento, attraverso il quale, i bambini / ragazzi si ricongiungono con il mondo fantastico che appartiene loro e che a volte viene dimenticato nella routine ospedaliera.

Inoltre, sentirsi raccontare la propria favola preferita riporta il bambino a un contesto intimo familiare, legato alle ore tarde della sera. Viene, quindi, nello stesso tempo stimolata la creatività e generata una situazione di rilassamento.

Gli interventi da noi svolti in Ospedale mirano a coniugare i bisogni di evasione dei pazienti, senza dimenticare la loro condizione. Come? Contestualizzando le emozioni in una favola raccontata o in una storia inventata, che ha per protagonisti dolci principesse o coraggiosi guerrieri, ma anche unicorni e folletti scacciapensieri.

Le favole non solo li coinvolgono in prima persona, ma proiettano sempre il bambino verso il domani, con due semplici parole magiche “La prossima volta…”. Ed è proprio a chiusura dei nostri interventi che vogliamo far sentire al paziente di esserci sempre, senza deludere, né illudere, portando negli interventi successivi disegni o altre storie legate a quelle raccontate in precedenza, creando così una sorta di legame invisibile tra loro e il mondo magico delle fiabe.

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